Diversi anni fa, quando ancora gestivo la sezione relativa al fitness e annessi su Wikipedia, da eterno critico approfondì tra i vari argomenti controversi anche la storia della destrosio equivalenza (DE) delle maltodestrine.
Ai corsi per ottenere il brevetto di personal trainer, così come in ulteriori master, mi venne detto che fondamentalmente la DE era una sorta di parametro simile all’indice glicemico (GI), e quindi una misura della rapidità di assorbimento.
Al tempo, in una ricerca sul web italiano tutti i siti, e perfino alcuni testi (1,2), continuavano a ripetere il mantra che la DE fosse una sorta di misura simile al GI. Secondo queste teorie, una bassa DE avrebbe indicato un lento assorbimento e viceversa, quindi diverse DE sarebbero state adatte a diversi contesti o fasi dell’allenamento. Insomma, tutti concetti efficacissimi per vendere integratori che ormai, per chi segue la ricerca, sono per buona parte superati (3).
Chiarisco dapprima che l’indice glicemico per definizione non è strettamente una misura della rapidità di assorbimento dei carboidrati, ma bensì una misura assoluta o intrinseca (stimata) dell’entità dell’aumento glicemico nelle 2 ore post-ingestione (4). Tra rapidità e entità c’è differenza, e per chi volesse approfondire su base scientifica suggerisco la lettura del mio lavoro del 2016 sui miti dell’indice glicemico.
Comunque, da scettico approfondì questa cosa della DE perché non mi tornava, e nel 2012 aggiornai l’articolo di Wikipedia sulle maltodestrine aggiungendo una prolissa sezione intitolata Equivoco tra DE e indice glicemico.
Notai subito una falla evidente: la DE è definita come una misura del grado di polimerizzazione e del peso molecolare di un carboidrato, e avendo studiato il GI poco tempo prima, realizzai che queste caratteristiche non c’entrassero nulla con questo parametro.
Un carboidrato può essere molto complesso e avere un IG elevato (come molti amidi comuni), o al contrario un carboidrato può essere molto semplice e avere un GI basso (per gli esempi si veda ancora l’articolo sui miti dell’indice glicemico). E se diversi amidi come il riso bianco, le gallette e i cornflakes hanno un GI altissimo, secondo quale logica delle brevi catene di glucosio risultanti dalla pre-digestione artificiale dell’amido avrebbero dovuto avere un basso GI?
Oggi ho il grande piacere di notare che le mie critiche sono state sollevate esplicitamente anche in letteratura, proprio in risposta a dei malintesi rafforzati in passato addirittura da alcuni ricercatori. Nella review di Hofman e colleghi del 2016 si afferma: (5)
A causa della differenza nella digestione e nell’assorbimento, rispetto al glucosio, è stato spesso suggerito che le maltodestrine a bassa DE, in quanto carboidrati complessi, richiederanno più tempo per la digestione e l’assorbimento, con conseguente riduzione della risposta glicemica [cioè un basso GI].
Questo suggerimento, tuttavia, è un malitenso e non è supportato da alcun dato di ricerca. Al contrario, la digestione enzimatica delle maltodestrine sembra avvenire a un tasso elevato portando a un tasso di assorbimento non diverso [da quello del] glucosio puro, come dimostrato anche dalle risposte insuliniche post-ingestione paragonabili a riposo e durante l’esercizio, nonché al tasso di ossidazione durante l’esercizio. (Hofman et al, 2016)
L’aspetto importante da comprendere è che le maltodestrine rimangono sempre e comunque un carboidrato a GI altissimo, pari a quello del glucosio (cioè 100), che abbiano una DE bassa o elevata (5).
Viene da pensare che questo equivoco sia stato accettato ben volentieri e senza verifiche, da chi ha interessi nel fare si che questo non si sappia.
Chi comprerebbe mai un integratore glucidico “tecnico” se sapesse che ha un GI altissimo e ben superiore a quello dello zucchero?
I tecnici sanno che non c’è alcun problema in questo (6) (tranne rare eccezioni), ma i non addetti ai lavori non conoscono i dettagli e si spaventerebbero solo all’idea.
E ancora, è molto affascinante credere di poter scegliere la specifica rapidità di assorbimento dei carboidrati in base a una scala, questo facilita la vendita delle maltodestrine come carboidrato tecnico per sportivi, quando poi tanto più tecnico dello zucchero, di fatto, non è (5,7). Sarebbe molto deludente invece realizzare che se scelgo una maltodestrina a bassa o alta DE non cambia nulla, e ha un GI molto superiore al tanto demonizzato zucchero da cucina.
Riferimenti:
- De Cristofaro P. Basi metodologiche dell’approccio psiconutrizionale. SEE Editrice Firenze, 2002.
- Neri M, Bargossi A, Paoli A. Alimentazione, fitness e salute. Per il wellness, il dimagrimento, la prestazione, la massa muscolare. Editore: Elika, 2011. pp. 551-552.
- Aragon AA, Schoenfeld BJ. Nutrient timing revisited: is there a post-exercise anabolic window? J Int Soc Sports Nutr. 2013 Jan 29;10(1):5.
- Jenkins DJ et al. Glycemic index of foods: a physiological basis for carbohydrate exchange. Am J Clin Nutr. 1981 Mar;34(3):362-6.
- Hofman DL et al. Nutrition, health, and regulatory aspects of digestible maltodextrins. Crit Rev Food Sci Nutr. 2016 Sep 9;56(12):2091-100.
- Burdon CA et al Effect of glycemic index of a pre-exercise meal on endurance exercise performance: a systematic review and meta-analysis. Sports Med. 2017 Jun;47(6):1087-1101.
- Jeukendrup AE. A step towards personalized sports nutrition: carbohydrate intake during exercise. Sports Med. 2014 May;44 Suppl 1:S25-33.