Nell’articolo principale su bias cognitivi e fallacie logiche spiegavo che esistono diversi casi in cui per una fallacia esiste un bias corrispettivo o dal significato molto simile.
Forse la corrispondenza tra cherry picking e bias di conferma rappresenta uno dei casi più emblematici a riguardo; non è un caso che alcuni autori li descrivono come sinonimi (1,2), e altri descrivono il cherry picking come un bias (3).
- Il cherry picking (“raccogliere ciliegie” in senso metaforico) è una fallacia logica estremamente comune che consiste nel selezionare o presentare dati che supportano la propria posizione, ignorando o sminuendo i dati che contraddirebbero tale posizione.
- Il bias di conferma (confirmation bias) si definisce in maniera del tutto simile, consiste cioè nel ricercare, selezionare e interpretare informazioni in modo da porre maggiore attenzione a quelle che confermano le proprie posizioni, e ignorare o sminuire informazioni che le contraddicono.
Indice
Differenze tra cherry picking e bias di conferma
La differenza tra i due sarebbe da ritrovare a livello cognitivo e inconscio. Il cherry picking potrebbe essere semplicemente descritto come l’atto, spesso deliberato, di presentare un’argomentazione basata su una selezione o un’interpretazione parziale di informazioni, dove si mettono in risalto quelle che supportano la propria posizione e si omettono quelle che la contraddicono.
Il bias di conferma invece, proprio per il fatto di essere un bias cognitivo, tenderebbe a riferirsi più alle credenze radicate e alla percezione distorta nell’interpretazione delle informazioni a livello inconscio.
Dato però che dal punto di vista argomentativo il risultato finale è il medesimo e le differenze concettuali sono molto sottili, è comprensibile che essi siano ritenuti in genere sinonimi e usati in maniera interscambiabile.
Bias di conferma e competenza
Una necessaria precisazione riguarda l’inevitabile conclusione che gli esperti in un determinato campo sarebbero meno suscettibili al bias di conferma rispetto a chi non è specializzato. In realtà, chiunque conosce l’ambito scientifico sa che anche gli stessi scienziati affermati possono facilmente propendere per una posizione, e quindi avere i loro bias.
Ad esempio, se diversi gruppi di ricerca altamente specializzati la pensano in maniera opposta su una questione, ed emerge che una corretta interpretazione delle prove disponibili da ragione ad alcuni e non ad altri, significa che il bias di conferma ha portato probabilmente questi ultimi fuori pista nelle conclusioni, ignorando (o minimizzando) le dimostrazioni di essere in torto.
I meccanismi per cui gli esperti e gli inesperti sono altrettanto soggetti al bias di conferma sono differenti, ma per entrambi esiste la probabilità di essere influenzati da questo fenomeno:
Gli esperti potrebbero essere più o meno suscettibili al bias di conferma rispetto agli inesperti. Da un lato, la loro vasta esperienza può aiutare a valutare le prove in modo più imparziale, e potrebbe anche portare loro a generare spontaneamente alternative all’ipotesi focale.
D’altra parte, l’ampia base di conoscenza degli esperti potrebbe condurli a generare più facilmente una serie di motivi influenzati dal bias di conferma che favoriscono l’ipotesi focale. (4).
Vai all’articolo principale su bias cognitivi e fallacie logiche.
Riferimenti:
- Collins S. Neuroscience for Learning and Development: How to Apply Neuroscience and Psychology for Improved Learning and Training. Kogan Page Publishers, 2015. pp 41.
- Gates C. What Was I Thinking? Xlibris Corporation, 2014. pp. 245.
- Nielsen L. Pop goes the woozle: Being misled by research on child custody and parenting plans. J Div Remarriage. 2015 56:595–633.
- Koehler D, Brenner L, Griffin D. The calibration of expert judgment: Heuristics and biases beyond the laboratory. In: Gilovich T, Griffin D, Kahneman D. Heuristics and biases: The psychology of intuitive judgment (pp. 686–715). 2002. NY: Cambridge University Press.