Traduzione dell’articolo originale Is dietary fat really the best macronutrient for long term satiety? pubblicato nell’edizione di novembre 2020 della rivista Alan Aragon Research Review (AARR) diretta dal nutrizionista e ricercatore Alan Aragon.
Nella ricerca, i grassi sono riconosciuti come il macronutriente meno influente sulla sazietà (controllo della fame tra i pasti) e ancora meno sulla saziazione (soppressione della fame durante il pasto che porta alla cessazione dell’atto di mangiare).
In effetti, il consenso scientifico pone i grassi al gradino più basso nella gerarchia sull’effetto saziante dei macronutrienti.
Tuttavia, una potenziale caratteristica dei grassi sembra conferirne almeno un vantaggio rispetto agli altri macronutrienti, ovvero la capacità di influenzare meglio la sazietà a lungo termine grazie a un maggiore rallentamento dello svuotamento gastrico. Questa nozione in nutrizione è spesso data per scontata, ma un’indagine più accurata della letteratura scientifica potrebbe raccontare una storia diversa.
L’argomento presenta molte lacune, che questo articolo vorrà colmare passando in rassegna alla mole di letteratura sul caso per trarre delle conclusioni pratiche rilevanti e non così scontate.
Indice
Background
Secondo il consenso scientifico, la gerarchia dei macronutrienti sulla regolazione dell’appetito segue l’ordine proteine > carboidrati > grassi (1,2). I grassi contengono oltre il doppio delle calorie rispetto ad altri macronutrienti e contribuiscono più debolmente a creare saziazione e sazietà almeno nel breve termine (che può essere definita approssimativamente dalle prime 2-3 ore postprandiali).
Ma una nozione altrettanto nota è che, pur non essendo efficienti a breve termine, i grassi hanno un migliore effetto sulla sazietà nel periodo postprandiale avanzato, e questo sarebbe almeno in parte dovuto al maggiore rallentamento dello svuotamento gastrico. Questo potrebbe essere dovuto alla loro natura idrofobica, e al fatto che vengono digeriti più lentamente e in gran parte appena nel piccolo intestino (ovvero nelle fasi più avanzate del processo digestivo).
Nella ricerca questo vantaggio è frequentemente menzionato, ma i riferimenti originali usati a conferma sono spesso su animali, per infusione nell’intestino (3,4), e addirittura vecchia letteratura sulla gastrectomia (5). Tuttavia, esistono diversi studi comparativi sull’uomo sano che hanno esaminato direttamente la questione, e che nella ricerca non sembra vengano mai raggruppati assieme per trarre delle conclusioni più chiare.
Macronutrienti e svuotamento gastrico: ricerca classica
Quello di Hunt & Stubbs (1975) è uno studio classico sull’effetto dei macronutrienti sullo svuotamento gastrico (6). Gli autori analizzarono 33 studi sull’uomo, concludendo che un’alta densità calorica promuove un rallentamento dello svuotamento gastrico.
Ciò sembra confermare l’idea che i grassi, essendo caloricamente più densi di carboidrati e proteine, abbiano un vantaggio; in realtà non furono queste le implicazioni.
Hunt & Stubbs conclusero che il tasso di svuotamento gastrico fosse complessivamente simile tra grassi, carboidrati e proteine per le stesse calorie (6). Inoltre, nonostante lo svuotamento gastrico con i pasti ad alta densità calorica (meno volume) fosse più lento, osservarono che la velocità di passaggio delle calorie dallo stomaco al duodeno fosse invece maggiore. In una review dello stesso anno, sulla base di questi dati lo stesso Hunt et al affermavano: (7)
Ne consegue che le persone che scelgono una miscela di cibi e bevande ad alta densità energetica, per un pasto di un dato contenuto energetico, avranno lo stomaco vuoto prima delle persone che scelgono un pasto contenente la stessa quantità di energia in una forma più diluita.
Da questo studio classico vengono estrapolate conclusioni contraddittorie. Alcuni lo citano per confermare che la densità energetica rallenta lo svuotamento gastrico (lasciando pensare a un vantaggio dei grassi per caloria); altri per confermare il contrario. Altri ancora si affidano a questo studio per dimostrare che le calorie ingerite sono il fattore più importante, indipendentemente dalla loro composizione. Queste conclusioni sono state confermate nello specifico anche per le bevande da altri autori, citando anche uno suo studio (non consultabile) che confrontava carboidrati e alcol (8).
Gli studi valutati da Hunt & Stubbs però analizzavano lo svuotamento gastrico al massimo fino ai primi 60 minuti, molti non erano pubblicati, convolgevano pochi soggetti, e non testarono cibi proteici puri. Le loro conclusioni vennero messe in discussione da altri, che rilevarono un differente pattern di passaggio dallo stomaco al duodeno (9). Per questo si richiede di valutare altra letteratura più recente per cercare di avere delle risposte più precise.
Macronutrienti e svuotamento gastrico: trial comparativi sotto esame
Esistono solo pochi studi controllati randomizzati (RCT) isocolarici sull’uomo che hanno indagato l’impatto dei macronutrienti sullo svuotamento gastrico attraverso l’ingestione di cibo.
In questo caso verranno esclusi i trial che hanno somministrato il cibo per infusione nello stomaco o nel piccolo intestino, poiché non mimano delle condizioni realistiche e applicabili nel mondo reale.
Se vuoi leggere l'intero articolo abbonati adesso!