Il fenomeno della ricomposizione corporea indica la perdita di grasso e l’aumento di massa muscolare contemporaneamente.
La “recomp” è il sogno di chiunque, e proprio per questo molte persone sono portate facilmente a credere che si verifichi senza farsi troppe domande, ma naturalmente bisogna chiarire alcuni dettagli che ridimensionano il raggiungimento di questo risultato.
Il contributo che ho voluto dare per arricchire il web sul fenomeno si trova questo articolo del 2016 in due parti: parte 1 e parte 2. In questo lavoro ho voluto approfondire in maniera dettagliata il significato, le evidenze scientifiche e i metodi (presunti) per ottenere la ricomposizione. Questo l’ho potuto capire dopo anni di continuo approfondimento in cui mi ero studiato i punti principali, sia sul web, che sui database scientifici, che su libri, per rendere un metodo (in teoria) funzionale a questo scopo.
Lyle McDonald è stato un personaggio centrale nell’ascesa di questo fenomeno, perché per quanto ne so è stato il primo a usare questo termine per attribuirgli questo significato in un suo libro nei primi anni 2000. Come se non bastasse, il suo sito ufficiale è chiamato bodyrecomposition.com, quindi è necessario dargli questo merito. Il resto dei cenni storici è spiegato nella prima parte.
Ciò che a molti sfugge, è che l’autore stesso che ha denominato il fenomeno sostiene che nei bodybuilder (natural, altrimenti non fa testo) la ricomposizione è largamente improbabile. E le evidenze scientifiche? Nella prima parte dell’articolo riportavo gli studi più importanti, e non c’è evidenza che questo fenomeno si verifichi in un atleta ben allenato che già parte da una buona forma (cioè, che non è grasso).
Nell’articolo ero possibilista, perché effettivamente le ricerche non testavano metodi specifici per la ricomposizione corporea, ma diete standardizzate, eucaloriche, ipocaloriche o ad libitum. Quindi cosa succederebbe se un bodybuilder al 12% di massa grassa seguisse un metodo specifico per la body recomp come la UD2.0? Non lo sappiamo, anche se io rimango molto scettico al contrario di molti “non addetti ai lavori” che si lascerebbero travolgere dal sensazionalismo.
Questo non vuol dire che ci si possa permettere di ingannare il cliente dicendo “ti faccio fare ricomposizione”. “Ingannare” può essere una parola forte, ma l’ho usata perché nessuno si sottopone a test da laboratorio accurati e costosissimi per verificare se effettivamente una ricomposizione c’è stata o meno (e con metodi accurati e costosissimi non intendo la popolare BIA, né la DXA).
Quindi il furbo PT potrà prendersi i meriti anche se la ricomposizione non è avvenuta e non si può provare il contrario (con la BIA si può provare tutto, ma qui parliamo di metodi affidabili). Tanto c’è stato un miglioramento fisico importante, la persona è contenta, che ci mettiamo il termine ‘ricomposizione corporea’ lo è ancora di più.
Dico questo perché ormai la ricomposizione ha cominciato a diventare un concetto di moda, abusato come tutto quello che vende. “Ti faccio fare ricomposizione corporea”, e io dico “grazie, se non sei un atleta già ben allenato e magro è una normalissima reazione fisiologica del corpo”.
Indice
Quando la ricomposizione corporea si manifesta spontaneamente?
In quali casi la ricomposizione corporea si può verificare in maniera spontanea senza nessun metodo ultra-tecnico?
- soggetti obesi/sovrappeso;
- soggetti non-allenati/deallenati;
- amatori che passano di colpo a mangiare e allenarsi meglio di prima;
- singoli muscoli non-allenati/deallenati;
- atleti ben allenati ma grassi (forse);
- uso di steroidi e altri farmaci;
O la combinazione di tutti questi fattori. In pratica in tutti i casi diversi da un bodybuilder avanzato e magro che non assume farmaci, la ricomposizione può essere facilmente un fenomeno spontaneo. Ma così tutti sono bravi a fare ricomposizione, cosa che capiamo si è sempre verificata facilmente da parte di un novizio.
Misurare la composizione corporea? Non nel mondo reale
Quando è il caso di prendersi i meriti di una ricomposizione corporea vera con metodi mirati a questo scopo? Quando un bodybuilder natural ben allenato, e magari agonista, aumenta di almeno 1 kg di massa muscolare contrattile (VERA, non glicogeno e acqua) e perde almeno 1 kg di massa grassa, stabilendolo con metodi accuratissimi con il minimo margine di errore (cioè roba che si usa solo nelle ricerche).
Quali sono i metodi da usare per sapere veramente se c’è stata ricomposizione corporea? Quelli più citati per essere i più precisi sono biopsia, imaging a risonanza magnetica (MRI), tomografia computerizzata (CT) o ultrasonografia per la massa muscolare, e DXA per la massa grassa.
Non usate alcuno di questi metodi per misurare la composizione corporea nei due compartimenti di interesse? Allora non potete sapere come stanno le cose. So che non è una cosa molto nota, ma la BIA non servirà a molto dato che è uno dei metodi più scadenti secondo gli standard di accuratezza scientifica, e non misura la massa muscolare nello specifico.
In caso contrario è bello raccontare le favole, perché tanto nessuno saprà mai se questo fenomeno si è verificato veramente. E se si è verificato, è merito di complesse metodologie oppure si sarebbe verificato spontaneamente perché il contesto lo ha permesso? Ma è anche vero che nel marketing conta la percezione e l’emozione, perché sono questi che danno la gratificazione.
Ricomposizione corporea non è “migliorare la forma fisica”
Per come oggi viene inteso nel senso comune, il termine ricomposizione corporea viene usato semplicemente per indicare un miglioramento fisico generale, che alla fine porterà a vedersi meglio allo specchio indipendentemente da come il miglioramento si è verificato.
Il punto è che questo equivoco è stato generato a causa dell’enorme appeal del termine, e talvolta non è neppure fuori luogo, dato che per l’amatore medio spesso può verificarsi veramente.
Altre volte però il miglioramento fisico non è definibile come ricomposizione corporea, ad esempio nel caso partiste da sovrappeso e manteneste la muscolatura iniziale raggiungendo il 10% di massa grassa. In questo caso il risultato finale sarà incredibile, ci sarà una trasformazione vi permetterà di vedervi enormemente migliorati dal punto di vista estetico, ma se dovessimo fare i puntigliosi, non si parlerebbe veramente di ricomposizione corporea.
La morale è che il concetto di migliorare la propria forma fisica e la propria composizione corporea non è sinonimo di ricomposizione corporea. Ma dato che il termine è talmente accattivante e di tendenza, le persone sono disposte a passare sopra alla semantica per poterne giustificare l’uso e soddisfare un proprio bisogno emotivo. Questo è un male? No, se può servire a incentivare la persona a raggiungere determinati obiettivi, ma lo può essere se si vogliono rispettare le convenzioni terminologiche e evitare di creare confusione.