Traduzione dell’articolo originale Is the regular pattern really that bad? pubblicato nell’edizione di aprile 2020 della rivista Alan Aragon Research Review (AARR) diretta dal nutrizionista e ricercatore Alan Aragon.
Un’ipotesi molto discussa soprattutto nella ricerca degli ultimi anni è che i pasti irregolari abbiano degli effetti metabolici negativi rispetto agli schemi dei pasti regolari, riducendo l’effetto termico del cibo (TEF), peggiorando la sensibilità insulinica, il profilo lipidico e il controllo dell’appetito, e aumentando vari fattori di rischio, compreso il sovrappeso e l’obesità.
Per schemi irregolari vengono intesi un numero e una frequenza dei pasti incostante e molto variabile di giorno in giorno nell’arco della settimana, una modalità associata alla tipica alimentazione sregolata.
Una serie di studi controllati randomizzati (RCT) ha effettivamente dato credito alle comuni ipotesi secondo cui sarebbe meglio mantenere una frequenza dei pasti regolare, non solo per scopi di salute ma anche estetici. Tuttavia, questi studi non vengono mai letti o recensiti in maniera critica per capire la loro affidabilità, e non sono gli unici ad aver valutato l’irregolarità della frequenza dei pasti sui parametri metabolici e di salute.
L’articolo, rivolto soprattutto agli specialisti in Nutrizione, affronta la tematica con approccio critico per poter capire se la ricerca attuale è veramente capace di confermare l’ipotesi dell’effetto deleterio dei pasti irregolari.
Caratteristiche comuni del disegno di studio
Il disegno di studio nella serie dei 4 studi co-autorati da Taylor & Macdonald è a grandi linee analogo (1,2,3,5,6). Un gruppo di 9-10 donne sane partecipa a due fasi dietetiche in un disegno crossover randomizzato, ciascuna della durata di 14 giorni.
In una fase i soggetti seguono la dieta con 6 pasti al giorno, mentre nell’altra fase seguono la dieta stessa dieta ma con pasti altamente variabili di giorno in giorno, tra 3 e 9 pasti, pattern che chiamano “alimentazione caotica”.
Le due fasi vengono separate da un washout di 14 giorni in cui seguono una dieta con un pattern abituale. Per evitare l’effetto confondente delle fasi del ciclo mestruale sui vari parametri, ogni periodo di intervento inizia sempre nei primi 1-7 giorni dello stesso periodo del ciclo (fase follicolare).
I primi studi della serie
Nei primi due studi della serie, pubblicati tra il 2004 e il 2005, i risultati dei pasti irregolari furono piuttosto negativi. Nel primo studio su donne magre si osservò un abbassamento del TEF, un aumento del colesterolo totale e LDL, e un peggioramento della sensibilità insulinica a digiuno e post-prandiale (1,2).
Il secondo studio confermò il peggioramento degli stessi parametri su donne obese (tranne insulina a digiuno) (3). Inoltre, nel pattern regolare i soggetti assumevano meno calorie ad libitum, cosa non osservata invece per le donne magre nel primo studio.
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