L’alcol (etanolo) è considerato formalmente un macronutriente, dato che secondo i classici fattori generali di Atwater presenta un valore energetico di 7 kcal/g.
Proprio il suo elevato valore calorico l’alcol viene ritenuto generalmente un componente da evitare nelle dieta, non solo per scopi legati alla perdita di peso e al miglioramento della composizione corporea, ma anche per l’assenza di un apporto di nutrienti utili (calorie vuote).
Inoltre, l’alcol può essere sottoposto alla conversione in grassi nel fegato (de novo lipogenesi), a ulteriore supporto di uno spiccato potere ingrassante. Nonostante tali caratteristiche, chi suggerisce di evitare l’alcol per il suo potenziale effetto contro la perdita di grasso non valuta mai le evidenze scientifiche pubblicate a riguardo.
In questo articolo verranno quindi valutati gli studi controllati che hanno verificato gli effetti dell’alcol sull’accumulo o sulla perdita di grasso.
Alcol e de novo lipogenesi (DNL)
La conversione dell’alcol in grasso (de novo lipogenesi, DNL) è stata da tempo documentata nell’uomo, anche se in maniera molto limitata.
L’alcol ha l’assoluta priorità di ossidazione (massima capacità autoregolatoria), inibendo l’ossidazione di grassi, carboidrati e proteine. A seguito dell’ingestione l’alcol viene convertito ad acetato nel fegato, che per la maggior parte (~75%) è rilasciato in circolo provocando le varie conseguenze metaboliche come l’ossidazione e l’inibizione dell’ossidazione degli altri substrati (1).
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