La L-carnosina è un dipeptide, cioè una molecola composta da due amminoacidi, la β-alanina e la L-istidina. Oltre ad essere presente nel cibo, questa è commercializzata come supplemento/integratore con dei potenziali utilizzi sia per lo sport che per la salute.
Nell’attività sportiva la L-carnosina non è in realtà molto considerata in quanto poco biodisponibile, al contrario del precursore β-alanina, la quale è ampiamente studiata e convalidata come supplemento per migliorare la performance sportiva. In ambito medico la carnosina è attualmente oggetto di molti studi, con promettenti potenzialità per la salute e per il trattamento di molte malattie croniche.
La carnosina nello sport
La carnosina ha una grande popolarità in ambito sportivo, non tanto come integratore, ma per il fatto che una maggiore concentrazione di questa molecola nei muscoli permette di ottenere un miglioramento di vari tipi di performance legati alla resistenza (1), argomento approfondito nell’articolo sulla beta-alanina.
La carnosina intesa come integratore non è utilizzata nello sport in quanto ha una bassa biodisponibilità, vale a dire che a seguito dell’ingestione viene in gran parte degradata nelle sue molecole di base β-alanina e L-istidina (ad opera dell’enzima carnosinasi), mentre solo una piccola parte accede al sangue intatta (1,2).
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